Caprarola

Palazzo Farnese

Il feudo di Caprarola fu acquisito nel 1521 da Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III. La posizione di Caprarola rappresentava un punto strategico fondamentale per collegare tra loro i possedimenti nella Tuscia della famiglia Farnese andando così a creare una vasta e controllata porzione di territorio a poca distanza dalla Urbe. 
Nel 1521 Alessandro Farnese commissionò ad Antonio da Sangallo il Giovane la costruzione del Palazzo. I lavori proseguirono fino al primo livello (bastioni e fondamenta pentagonali) per poi essere interrotti a causa dei numerosi impegni e problemi politici che Alessandro Farnese, divenuto papa, si trovò a dover fronteggiare (scisma di Enrico VIII, Riforma Protestante).
La pianta pentagonale e i massicci bastioni rispecchiano alla perfezione i più aggiornati schemi difensivi militari delle fortificazioni che andarono via via sostituendo gli antichi castelli medievali per far fronte alle nuove tecnologie belliche. La pianta pentagonale è da associare, con molta probabilità, anche ad una scelta simbolica, espressione della formazione umanistica di Alessandro Farnese.
La costruzione di Palazzo Farnese riprese nel 1533, tre anni dopo la morte di Papa Paolo III, con il cardinale Alessandro Farnese “il Giovane”, omonimo nipote del defunto pontefice, noto anch’esso per la sua erudizione. I lavori furono affidati a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che concluse la costruzione del palazzo trasformandolo in un elegante commistione tra i raffinati schemi dei nuovi eleganti palazzi gentilizi e i più moderni ed aggiornati impianti difensivi dell’epoca.

Gli Affreschi di Palazzo Farnese furono realizzati grazie ai suggerimenti di alcuni fra i più dotti eruditi dell’epoca come Annibal Caro e Fulvio Orsini, dai più celebri pittori del tempo tra cui i fratelli Taddeo e Federico Zuccari e costituiscono uno dei più complessi, completi capolavori d’arte manierista. 
Le dotte tematiche che hanno ispirato i numerosissimi affreschi di Palazzo Farnese, trovano nella Tuscia diversi altri esempi come nel celebre Sacro Bosco di Vicino Orsini in Villa Lante di Bagnaia e a Palazzo Madruzzo in Soriano nel Cimino.


Il Pentacolo Farnese
(I Parte)


Il Pentacolo Farnese
(II Parte)

Palazzo Farnese, piante e progetti


Il Casino di Caccia detto "Il Barco"

Non molto distante da Caprarola, per volere del cardinale Alessandro Farnese, attorno al 1573, furono iniziati i lavori per la costruzione di un piccolo edificio, meglio conosciuto come “Barco”, un elegante casino di caccia all’interno di una vasta area boschiva di circa 88 ettari delimitata da un muro di 3700 metri, un luogo immerso nella natura dove ritirarsi per brevi periodi, fermarsi a riposare e parlare con i propri ospiti durante le battute di caccia.

L’elegante edificio, oggi ridotto a rudere, fu iniziato dal Vignola e concluso, dopo la morte dell’architetto, da Giovanni Antonio Garzoni.
Del Barco abbiamo diverse fonti che descrivono le sue forme originarie, tra cui una raffigurazione nella loggia Gambara in Villa Lante, accanto alle rappresentazioni di Villa d’Este di Tivoli e di Palazzo Farnese a Caprarola. 
L’edificio presentava notevoli similitudini con i più famosi Casini di Villa Lante di Bagnaia nel quadrato della Pescheria (zona con i giochi d’acqua centrale); in maniera simile, infatti, il Barco era preceduto da un laghetto artificiale rettangolare con un isoletta quadrata in mezzo; circondato da viali, era chiuso soltanto su un lato, dalla prospettiva di un portico aperto ad esedra in corrispondenza della sorgente di Sassovolto; allo stesso modo, in Villa Lante i Casini della Peschiera affacciano sulla grande fonte centrale quadrata e riprendono la stessa impostazione con forme meno naturali e maggiormente sviluppate architettonicamente. Al centro del tetto del Barco inoltre fu sviluppata un’altana con colombaio; in maniera simile a Bagnaia, i due Casini della Peschiera sono caratterizzati dalle due altane centrali.
Poco distante dal casino del Barco, ai piedi della collina, sono presenti inoltre due antichi colombari d’età etrusco-romana già notati nel 1700 da Leopoldo Sebastaini, che scrive nel suo Descrizione del nobilissimo e reale palazzo di Caprarola, “nei luoghi ombrosi di detta selva si vedono molte macerie di muri fatti ad archi, e formano sotto tane, e nascondigli per cingnali, daini, cervi ed altri simili animali che detti Serenissimi vi tennero in abbondanza”.

L'Architetto dei Farnese a Caprarola dopo il Vignola

Dove si trova
(Attenzione percorso privo di segnalazione)


Il Pentacolo Farnese
(I Parte)